SUL FIANCO DELLA STRADA
Ven, 2011-07-22 16:14 — editor
Ti spiegherò, se vorrai, con calma mettendo una parola in fila all’altra come non ho mai fatto e non sarò breve, non sarò breve affatto.
Sempre a un passo prima della tua discrezione, lungo la linea di un respiro appena più lungo del normale tra tutto quello che credevo di provare non avrei mai pensato alla paura, alla fragilità delle parole e altro o alla diffidenza, nascosta sotto a un velo di pioggia o a un’allegria impossibile nella luce obliqua del mattino
Ti spiegherò, se vorrai, con calma mettendo una parola in fila all’altra come non ho mai fatto e non sarò breve, non sarò breve affatto.
Davvero, se ci ripenso, io penso al tempo e alla mia guerra al di qua e al di là delle intenzioni e all’errore inoltre di crederti sempre così fragile, che mi costringe ogni giorno a valutare la reale capacità degli occhi, la sensibilità non intatta delle mani persa in un punto qualsiasi del sangue
Ti spiegherò, se vorrai con calma mettendo una parola in fila all’altra come non ho mai fatto e non sarò breve, non sarò breve affatto.
Ho tre graffi sulla faccia e una chiave nella tasca vado in questa valle con la neve che mi fa le scarpe giù fino a mattina oltre i ferri del treno in sfregio alla sfortuna io fumo do fumo a questa luna
Prima del sole sarò dinanzi al cancello e come un fantasma verrò a briglia di un soffio di gelo e dal ponte alla campana dal fiume alla vigna nessuno mi vedrà salir le scale in casa di Alma
Sul suo letto d’argento lei per un sorso di vino toglie il suo vestito e la sua mano mi scalda prima che torni suo marito avrò terra in abbondanza e sotto la schiena del cielo nel giorno che sale più nero infine nessuno, nessuno mi terrà prigioniero
Ho tre graffi sulla faccia e un coltello nella tasca luna d’inverno nel cielo il tuo volto si è fatto severo ma la notte è come una benda che puoi togliere sul cammino oltre i fuochi spenti nell’alba che brilla sui miei denti
E dietro a questa curva sarò all’arco del paese dove la neve si fa lenta sull’orma già dissolta e tra il fiato dei camini con il cappello sulla spalla nessuno mi vedrà salire le scale in casa di Alma
Sul suo letto d’argento lei per un sorso di vino toglie il suo vestito e la sua mano mi scalda prima che torni suo marito avrò terra in abbondanza e sotto la schiena del cielo nel giorno che sale più nero infine nessuno, nessuno mi terrà prigioniero
Stai viaggiando per la Francia senza uscire dalla tua stanza e l’uomo piccolo ti ha reso un culto ma perdonami se non mi inchino e dando le spalle a una regina sprofondo sul cuscino
Vai svanendo nel tuo scialle con la falce tra le gambe e ti sei presa il mio destino ed è in piazza che si dice: “è uno piccolo a renderla felice” mezza femmina in malaffare che stai in origine ad ogni male
Ed io l’ho cercato negli armadi sotto al letto e sulle scale ed è un mese che non dormo ma il tuo cuore resta sordo che forse l’hai nascosto con l’ardore che era stato nostro o è tutta una menzogna a lasciarmi esangue sulla gogna
Stai contando le tue scarpe che userai per cento danze l’uomo piccolo s’avvicina ma è uno spettro di cantina e di parcelle ne ho firmate con il sangue tutte le ho lasciate e adesso vago come un corvo più veloce ma senza appoggio
Ma c’è ancora una questione che ci tengo a ricordare nelle luci del mattino c’è qualcuno a me vicino un sorriso ragazzina e il letto trema come una slavina ora io sono un corvo e stai sicura che a casa più non torno
Un profumo d’amore agita il petto della terra in travaglio di fiorire, allettando il suo peso troppo stretto in un respiro d’esseri avvenire, che ridesta in germoglio il suo grembo di scoglio.
O respiro del cielo, allevia, insieme con la tua zolla, questa polpa densa d’uomo restio, che troppo a stento freme nel bacio tuo: voluttà tanto immensa ch’ei trema, se lo inondi del profumo dei mondi.
Come il terriccio si frantuma in brio d’aromi alati e di verdure in fiore, tale in me tu converti il tetro fio d’ansie antiche, in tue sillabe sonore, dove ai suoni s’alterna la tua fragranza eterna.
Song:
Ti spiegherò, se vorrai
Ti spiegherò, se vorrai, con calma mettendo una parola in fila all’altra come non ho mai fatto e non sarò breve, non sarò breve affatto.
Sempre a un passo prima della tua discrezione, lungo la linea di un respiro appena più lungo del normale tra tutto quello che credevo di provare non avrei mai pensato alla paura, alla fragilità delle parole e altro o alla diffidenza, nascosta sotto a un velo di pioggia o a un’allegria impossibile nella luce obliqua del mattino
Ti spiegherò, se vorrai, con calma mettendo una parola in fila all’altra come non ho mai fatto e non sarò breve, non sarò breve affatto.
Davvero, se ci ripenso, io penso al tempo e alla mia guerra al di qua e al di là delle intenzioni e all’errore inoltre di crederti sempre così fragile, che mi costringe ogni giorno a valutare la reale capacità degli occhi, la sensibilità non intatta delle mani persa in un punto qualsiasi del sangue
Ti spiegherò, se vorrai con calma mettendo una parola in fila all’altra come non ho mai fatto e non sarò breve, non sarò breve affatto.
Casa di Alma
Ho tre graffi sulla faccia e una chiave nella tasca vado in questa valle con la neve che mi fa le scarpe giù fino a mattina oltre i ferri del treno in sfregio alla sfortuna io fumo do fumo a questa luna
Prima del sole sarò dinanzi al cancello e come un fantasma verrò a briglia di un soffio di gelo e dal ponte alla campana dal fiume alla vigna nessuno mi vedrà salir le scale in casa di Alma
Sul suo letto d’argento lei per un sorso di vino toglie il suo vestito e la sua mano mi scalda prima che torni suo marito avrò terra in abbondanza e sotto la schiena del cielo nel giorno che sale più nero infine nessuno, nessuno mi terrà prigioniero
Ho tre graffi sulla faccia e un coltello nella tasca luna d’inverno nel cielo il tuo volto si è fatto severo ma la notte è come una benda che puoi togliere sul cammino oltre i fuochi spenti nell’alba che brilla sui miei denti
E dietro a questa curva sarò all’arco del paese dove la neve si fa lenta sull’orma già dissolta e tra il fiato dei camini con il cappello sulla spalla nessuno mi vedrà salire le scale in casa di Alma
Sul suo letto d’argento lei per un sorso di vino toglie il suo vestito e la sua mano mi scalda prima che torni suo marito avrò terra in abbondanza e sotto la schiena del cielo nel giorno che sale più nero infine nessuno, nessuno mi terrà prigioniero
Le maschere bianche
Che cosa vuoi che ti risponda
d’altronde tu sai già come muoverti
Sull’altare della tua innocenza
cammineremo e toglieremo i cappelli
e con un gesto di estrema pazienza
vedremo finalmente rallentare
la tua ragione pura
che ti torna indietro uguale
Ho voluto una terra lontana e non pronunciare il tuo nome ho ingannato il mio vicino e perduto le mie figlie per un carro nero che insegue la frontiera e per il mio talento scarlatto che ritrovo verso sera
Lo spettacolo delle maschere bianche attraversa tutti i villaggi ha una trama fatta con il fuoco trampoli e costumi inglesi ha uomini disfatti e molta sabbia alle sue spalle ma forse l’oceano non è poi così lontano
Qualcuno racconta di una baia che brilla più di un diamante oltre le grandi città di ghisa nell’orizzonte lucido e tagliente e nei teatri scoperti al cielo o nei saloni accesi d’inverno l’ultimo battito sotto la pelle è un tocco freddo che ci cura la febbre
Mentre tu aspetti alla finestra e guardi la luna fare l’onda stringi i tuoi cani sul grembo e tutto ciò che invochi si ribella credevi tutto in una mano e nella tua mano non trovi niente solo una stella che nel cielo trema e si spegne verso oriente
Lo spettacolo delle maschere bianche attraversa tutti i villaggi ha una trama fatta con il fuoco trampoli e costumi inglesi ha uomini disfatti e molta sabbia alle sue spalle ma forse l’oceano non è poi così lontano
Ho voluto una terra lontana e non pronunciare il tuo nome ho ingannato il mio vicino e perduto le mie figlie per un carro nero che insegue la frontiera e per il mio talento scarlatto che ritrovo verso sera
Lo spettacolo delle maschere bianche attraversa tutti i villaggi ha una trama fatta con il fuoco trampoli e costumi inglesi ha uomini disfatti e molta sabbia alle sue spalle ma forse l’oceano non è poi così lontano
Qualcuno racconta di una baia che brilla più di un diamante oltre le grandi città di ghisa nell’orizzonte lucido e tagliente e nei teatri scoperti al cielo o nei saloni accesi d’inverno l’ultimo battito sotto la pelle è un tocco freddo che ci cura la febbre
Mentre tu aspetti alla finestra e guardi la luna fare l’onda stringi i tuoi cani sul grembo e tutto ciò che invochi si ribella credevi tutto in una mano e nella tua mano non trovi niente solo una stella che nel cielo trema e si spegne verso oriente
Lo spettacolo delle maschere bianche attraversa tutti i villaggi ha una trama fatta con il fuoco trampoli e costumi inglesi ha uomini disfatti e molta sabbia alle sue spalle ma forse l’oceano non è poi così lontano
Lisbona
Viaggiando per Lisbona
con la bocca impiastricciata
molti tagli sulle mani
e ben poco di credibile
non sono sicuro
di come siano andate le cose
ma c’è qualcuno più gentile
sulla riva in un’ultima ora
ma c’è qualcuno più gentile
sulla riva in un’ultima ora
Vivono sulle colline nelle trincee parlano con i cani e sorvegliano il fiume si lamentano degli angoli e danno tutto per partire hanno la meraviglia intrappolata tra il dolore e le dita hanno la meraviglia intrappolata tra il dolore e le dita
Oltrepassando i carri nella piazza ho avuto come l’impressione di essere già passato di qui tra poco la notte calerà di colpo e le nostre intenzioni non basteranno a coprirci da molti giorni cammino sul fianco della strada seguo la pioggia che brilla come quarzo nella luce di un faro inseguo la pioggia che brilla come quarzo sulla coda del faro
Mentre l’inverno s’impone e sprofonda i suoi fianchi sui rimasugli di calore sulla gloria delle parole questa notte io vorrei essere come l’acqua del fiume che abbandona nel buio la città quel che avanza sarà collera quel che avanza sarà sdegno camminando oltre ai fuochi dove non si va
E lei sorride sempre quando arriva nell’angolo accartoccia i suoi vestiti e ti socchiude ti chiude ancora la bocca ma il suo dente migliore sarà dove il pensiero si fa dolce ma il suo dente migliore sarà dove il pensiero si fa dolce
Viaggiando per Lisbona con la bocca impiastricciata molti tagli sulle mani e ben poco di credibile
Vivono sulle colline nelle trincee parlano con i cani e sorvegliano il fiume si lamentano degli angoli e danno tutto per partire hanno la meraviglia intrappolata tra il dolore e le dita hanno la meraviglia intrappolata tra il dolore e le dita
Oltrepassando i carri nella piazza ho avuto come l’impressione di essere già passato di qui tra poco la notte calerà di colpo e le nostre intenzioni non basteranno a coprirci da molti giorni cammino sul fianco della strada seguo la pioggia che brilla come quarzo nella luce di un faro inseguo la pioggia che brilla come quarzo sulla coda del faro
Mentre l’inverno s’impone e sprofonda i suoi fianchi sui rimasugli di calore sulla gloria delle parole questa notte io vorrei essere come l’acqua del fiume che abbandona nel buio la città quel che avanza sarà collera quel che avanza sarà sdegno camminando oltre ai fuochi dove non si va
E lei sorride sempre quando arriva nell’angolo accartoccia i suoi vestiti e ti socchiude ti chiude ancora la bocca ma il suo dente migliore sarà dove il pensiero si fa dolce ma il suo dente migliore sarà dove il pensiero si fa dolce
Viaggiando per Lisbona con la bocca impiastricciata molti tagli sulle mani e ben poco di credibile
La notte di Tavira
La nave salperà venerdì mattina presto
intanto io non mi aspetto nulla
e nemmeno mai l’ho chiesto
Tutta la banda e i resti del reparto
camminano battuti
nella notte profonda d’incanto
e si innamorano di donne povere
intrecciano capelli e piume
per quel poco che basta alla fiducia
e dimenticare un altro giorno alla fonda
attraversando una spiaggia sconosciuta
Ho sempre creduto alle superstizioni ai racconti che la gente nasconde lontano dalla fede e dalle consolazioni e ho svuotato ancora le mie tasche per sentire il rimpianto gonfiarsi nell’odore di pioggia e malto Ma non importa lascia stare sarà solo come vuoi tu ho posato quel che avevo sul bancone e anni dopo non riuscivo più a pensare che ci fossi ancora tu
Avrei dovuto ascoltare i consigli di Mona quando tutto era ancora possibile tra le sue dita sottili di sposa quando il sole alzava i suoi raggi leggero e nessuno di noi, nessuno, faceva della paura un pensiero ma mentre il paese cambiava opinione io lasciavo la sua porta spalancata e mi voltai per cercarla ancora sulla piazza tra i cumuli di neve quando lei era già rincasata
E adesso che ho attraversato la pianura e cantato con i vagabondi fino ai lontani porti di vetro per arrivare a guardare l’Africa come una promessa e capire che comunque non sarei mai più tornato indietro Ma non importa lascia stare sarà solo come vuoi tu ho posato quel che avevo sul bancone e anni dopo non riuscivo più a pensare che ci fossi ancora tu
Ti ho confusa in molte altre ma mi sembra di averti baciato la notte scorsa mentre Tavira si concedeva alle fiamme e forse ero io o forse era mio padre che importanza vuoi che faccia siamo caduti entrambi in una nube rovente con una bandiera spezzata tra le braccia
Ho sempre creduto alle superstizioni ai racconti che la gente nasconde lontano dalla fede e dalle consolazioni e ho svuotato ancora le mie tasche per sentire il rimpianto gonfiarsi nell’odore di pioggia e malto Ma non importa lascia stare sarà solo come vuoi tu ho posato quel che avevo sul bancone e anni dopo non riuscivo più a pensare che ci fossi ancora tu
Avrei dovuto ascoltare i consigli di Mona quando tutto era ancora possibile tra le sue dita sottili di sposa quando il sole alzava i suoi raggi leggero e nessuno di noi, nessuno, faceva della paura un pensiero ma mentre il paese cambiava opinione io lasciavo la sua porta spalancata e mi voltai per cercarla ancora sulla piazza tra i cumuli di neve quando lei era già rincasata
E adesso che ho attraversato la pianura e cantato con i vagabondi fino ai lontani porti di vetro per arrivare a guardare l’Africa come una promessa e capire che comunque non sarei mai più tornato indietro Ma non importa lascia stare sarà solo come vuoi tu ho posato quel che avevo sul bancone e anni dopo non riuscivo più a pensare che ci fossi ancora tu
Ti ho confusa in molte altre ma mi sembra di averti baciato la notte scorsa mentre Tavira si concedeva alle fiamme e forse ero io o forse era mio padre che importanza vuoi che faccia siamo caduti entrambi in una nube rovente con una bandiera spezzata tra le braccia
L'uomo piccolo
Stai viaggiando per la Francia senza uscire dalla tua stanza e l’uomo piccolo ti ha reso un culto ma perdonami se non mi inchino e dando le spalle a una regina sprofondo sul cuscino
Vai svanendo nel tuo scialle con la falce tra le gambe e ti sei presa il mio destino ed è in piazza che si dice: “è uno piccolo a renderla felice” mezza femmina in malaffare che stai in origine ad ogni male
Ed io l’ho cercato negli armadi sotto al letto e sulle scale ed è un mese che non dormo ma il tuo cuore resta sordo che forse l’hai nascosto con l’ardore che era stato nostro o è tutta una menzogna a lasciarmi esangue sulla gogna
Stai contando le tue scarpe che userai per cento danze l’uomo piccolo s’avvicina ma è uno spettro di cantina e di parcelle ne ho firmate con il sangue tutte le ho lasciate e adesso vago come un corvo più veloce ma senza appoggio
Ma c’è ancora una questione che ci tengo a ricordare nelle luci del mattino c’è qualcuno a me vicino un sorriso ragazzina e il letto trema come una slavina ora io sono un corvo e stai sicura che a casa più non torno
Anesis
È passato molto tempo
ma non ho ancora imparato
a tornare senza di te
così quando il fiume sussurra
tienimi ancora per mano.
Saliremo insieme sull’ultimo battello,
poi continueremo senza temere
seguendo i lampioni spenti
fino al nostro quartiere.
È la vecchia legge del tuo corpo perfetto, delle mie scarpe lasciate sulla porta e delle mie mani che diventano piedi nella tua stanza che mi ruota intorno. La notte con due dita ora toglie il suo mistero mentre l’alba appare dolce sulle pareti tra queste case bianche di frontiera tra le lune dei minareti.
È passato molto tempo ma non ho ancora imparato a tornare senza di te Stella Greca senza dimora nessuno ti accompagnerà oltre il confine
Ma dov’è finita la bellezza che guardava se stessa dal culmine delle barricate e dov’è la disciplina che un tempo ci lasciava esperti sul ciglio dell’ombra sui nervi del corpo piangevano le madri agli altari mentre il nostro mondo invecchiava sulle marce dei militari
Testo: Mattia Donna Musica: Mattia Donna, Andrea Toso
È la vecchia legge del tuo corpo perfetto, delle mie scarpe lasciate sulla porta e delle mie mani che diventano piedi nella tua stanza che mi ruota intorno. La notte con due dita ora toglie il suo mistero mentre l’alba appare dolce sulle pareti tra queste case bianche di frontiera tra le lune dei minareti.
È passato molto tempo ma non ho ancora imparato a tornare senza di te Stella Greca senza dimora nessuno ti accompagnerà oltre il confine
Ma dov’è finita la bellezza che guardava se stessa dal culmine delle barricate e dov’è la disciplina che un tempo ci lasciava esperti sul ciglio dell’ombra sui nervi del corpo piangevano le madri agli altari mentre il nostro mondo invecchiava sulle marce dei militari
Testo: Mattia Donna Musica: Mattia Donna, Andrea Toso
Un'altra tazza di caffè
Così dolce è tuo il respiro
e i tuoi occhi due gioielli
dritta è la tua schiena
mentre giaci tra i tuoi capelli
ma non sento affetto
nè gratitudine nè amore
la tua lealtà non è per me
ma per qualche stella superiore
Dammi un po’di caffè per il viaggio ancora una tazza e poi me ne andrò per la valle di sotto Tuo padre è un fuorilegge un vagabondo di mestiere ti insegnerà come pescare nel mazzo e quali coltelli non temere sovrintende il suo impero che difende da ogni straniero ma gli trema la voce quando chiede da mangiare
Dammi un po’di caffè per il viaggio ancora una tazza e poi me ne andrò per la valle di sotto
Tua sorella legge il futuro come tua madre e tu stessa sai fare non hai mai imparato a leggere o a scrivere non ci sono libri sul tuo scaffale il tuo piacere non ha confine e la tua voce è come un canto ma il tuo cuore è un oceano misterioso e affranto
Dammi un po’di caffè per il viaggio ancora una tazza e poi me ne andrò per la valle di sotto
Dammi un po’di caffè per il viaggio ancora una tazza e poi me ne andrò per la valle di sotto Tuo padre è un fuorilegge un vagabondo di mestiere ti insegnerà come pescare nel mazzo e quali coltelli non temere sovrintende il suo impero che difende da ogni straniero ma gli trema la voce quando chiede da mangiare
Dammi un po’di caffè per il viaggio ancora una tazza e poi me ne andrò per la valle di sotto
Tua sorella legge il futuro come tua madre e tu stessa sai fare non hai mai imparato a leggere o a scrivere non ci sono libri sul tuo scaffale il tuo piacere non ha confine e la tua voce è come un canto ma il tuo cuore è un oceano misterioso e affranto
Dammi un po’di caffè per il viaggio ancora una tazza e poi me ne andrò per la valle di sotto
Canto n 32
Un profumo d’amore agita il petto della terra in travaglio di fiorire, allettando il suo peso troppo stretto in un respiro d’esseri avvenire, che ridesta in germoglio il suo grembo di scoglio.
O respiro del cielo, allevia, insieme con la tua zolla, questa polpa densa d’uomo restio, che troppo a stento freme nel bacio tuo: voluttà tanto immensa ch’ei trema, se lo inondi del profumo dei mondi.
Come il terriccio si frantuma in brio d’aromi alati e di verdure in fiore, tale in me tu converti il tetro fio d’ansie antiche, in tue sillabe sonore, dove ai suoni s’alterna la tua fragranza eterna.
Credo di essermi alzato
Per quello che mi è concesso
rimarrò fermo a guardare
devo penare un po’
nel diventare una persona normale
ora che ho comprato una sedia
e sono davvero pulito
credo solo in quello che vedo
e non mi sono pentito
Lo vedi dalle mie scarpe che sono sempre stato straniero e che tengo un dito puntato su questo preciso pensiero e se ho perso la faccia in un crimine minore non mi sento in alcun modo un vostro debitore non mi sento in alcun modo un vostro debitore
Ma il fatto è che la mia storia non ha troppa importanza quello che importa è quella donna quella donna nell’altra stanza il suo nome è Maddalena lei è libera da ogni pena lascia stare il passato che ora credo di essermi alzato lascia stare il passato che ora credo di essermi alzato
Ed ero convinto che continuasse a sfuggirmi un dettaglio ma col precipitare degli eventi ho dovuto ammettere lo sbaglio e adesso so che ogni uomo è irrisolto e se guardi bene c’è sempre un odio sepolto e adesso so che ogni uomo è irrisolto e se guardi bene trovi sempre un odio sepolto
Lo vedi dalle mie scarpe che sono sempre stato straniero e che tengo un dito puntato su questo preciso pensiero e se ho perso la faccia in un crimine minore non mi sento in alcun modo un vostro debitore non mi sento in alcun modo un vostro debitore
Ma il fatto è che la mia storia non ha troppa importanza quello che importa è quella donna quella donna nell’altra stanza il suo nome è Maddalena lei è libera da ogni pena lascia stare il passato che ora credo di essermi alzato lascia stare il passato che ora credo di essermi alzato
Ed ero convinto che continuasse a sfuggirmi un dettaglio ma col precipitare degli eventi ho dovuto ammettere lo sbaglio e adesso so che ogni uomo è irrisolto e se guardi bene c’è sempre un odio sepolto e adesso so che ogni uomo è irrisolto e se guardi bene trovi sempre un odio sepolto
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Descrizione:
2007 EMI/CAPITOL
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