DOCUMENTARY

14_07_2011 >

Fate la storia senza di me

Dopo la presentazione al Festival di Venezia, il documentario di Mirko Capozzoli verrà pubblicato in una edizione speciale Dvd + Libro.

 

La vita di Albertino, segnata dalle ingiustizie italiane

Alberto Bonvicini è un personaggio storico. Non perché abbia cambiato il corso delle cose, ma perché la Storia italiana è entrata nella sua vita senza chiedere il permesso, ne ha stravolto gli equilibri e l’ha abbandonato a se stesso. Albertino – così chiamato da amici e famigliari - trascorre i primi anni dell’infanzia in un orfanotrofio, dal quale verrà poi spedito nell’ospedale psichiatrico Villa Azzurra, obbligato a sottostare ai maltrattamenti dello psichiatra Coda, detto L’elettricista, poi condannato ad anni di reclusione. Dopo la permanenza in manicomio, viene affidato ad una famiglia borghese di Torino. Qui milita nel circolo Barabba e si avvicina agli ambienti di estrema sinistra. Accusato di efferatezze contro lo Stato, viene ingiustamente incarcerato più volte. Fino a quando trova il modo per uscire dal tunnel ma un’altra calamità si impossessa della sua vita: dopo la partecipazione ad alcune trasmissioni televisive, si ammala di Aids e muore a soli trentatre anni. Molte delle tragedie italiane che hanno caratterizzato gli anni Settanta hanno toccato Albertino. I suoi diari, letti da Fabrizio Gifuni, ci invitano ad ascoltare le sue parole sofferte perché, in quei resoconti giornalieri, ci sono le contraddizioni di un giovane pieno di vita ma vittima di ingiustizie indicibili. Il documentario, risultato di un lavoro di ricerca durato più di cinque anni, mette insieme i pezzi dell’esistenza di Albertino e costruisce un crudo ritratto del personaggio, grazie anche alle interviste ai parenti e agli amici, tra i quali spiccano Giuliano Ferrara e Enrico Deaglio. Il passato è vivo ancora oggi, ha radici lontane ma ramificazioni lunghe con le quali dobbiamo fare i conti.

Nicoletta Dose